Il figlio del senatore ci mise un’altra
ora, prima di arrivare. Sensi bevve una Red Bull ghiacciata e scaricò un po’ di
musica con il computer dell’ufficio.
Quando Marrano bussò alla sua porta ed
entrò lo trovò tranquillamente seduto dietro alla scrivania invasa di carte,
con in testa una specie di buffa crocchia e con l’aria mezzo addormentata. Si
guardò attorno, stupito dall’aspetto di quell’antro scuro e caotico, poi guardò
il commissario stesso con vaga speranza.
«Ci sono novità?» chiese.
Aveva delle borse violacee sotto agli
occhi e le sue guance sembravano scivolate un po’ più in giù, rispetto alla
sera precedente.
Sensi ruotò il monitor verso di lui e
gli fece vedere il collage di filmati. «Stiamo cercando di capire da dove sia
arrivato questo tizio. È sicuro di non conoscerlo?».
Marrano scosse la testa. Era ancora in
piedi, visto che tutte le poltroncine erano sommerse di fogli, buste e
materiale vario. «Mai visto. Non sembra che la stia costringendo a seguirlo».
Nella sua voce si era infiltrata una
sfumatura fredda ben percepibile.
Sensi si grattò il mento. «Lo so. E, mi
creda, nessuno sarebbe più felice di me se lei fosse semplicemente cornuto. Ma
dobbiamo tenere in considerazione l’altra
ipotesi, ha presente... quella secondo cui è un po’ strano che uno si presenti
in un parcheggio sotterraneo senza una macchina, sbucando fuori dall’ombra
giusto quando passa sua moglie, senza che si siano telefonati prima».
«Forse si sono messi d’accordo su
Whatsapp» ipotizzò il marito.
Sensi non ci aveva pensato, ovviamente.
In realtà odiava qualsiasi cosa ti obbligasse a scrivere su una mini-tastiera e
avesse un correttore automatico. «Può per caso accedere all’account di sua
moglie?» chiese.
Di nuovo, Marrano scosse la testa.
«Ha motivo di pensare che potrebbe avere
un altro? Le scoccerebbe?».
«Che razza di domanda è? Certo che mi
scoccerebbe. Non pensi che solo perché abbiamo dei gusti un po’ particolari...»
«No, guardi. I gusti particolari li ho
io, a quanto pare. Quindi... siete una coppia chiusa e se Carlotta avesse avuto
un altro non glielo avrebbe detto. È possibile che abbia un altro?».
Marrano sbatté le palpebre e Sensi si
rese conto che stava cercando di non piangere. Contro ogni antipatia personale,
provò una fitta di pena.
«Si sieda» disse. «Sposti un po’ di roba
e si sieda. E non si faccia prendere dal panico».
L’altro spostò davvero una pila di carte
su un’altra sedia. Invece di sedersi sembrò accasciarsi. Si prese la faccia tra
le mani, senza più trattenere i singhiozzi.
Sensi non era una persona sensibile, da
quel punto di vista. Aveva incontrato troppe vittime piangenti per provare
ancora pena e quel tizio a pelle gli stava antipatico, ma non riuscì ugualmente
a irritarsi troppo, anzi, si scoprì vagamente dispiaciuto per lui.
«Se ha un altro... non so che cosa
farei, se avesse un altro» ammise Marrano, con voce rotta.
«Non voglio infierire» disse Sensi «ma
credo che in questo momento le sue preoccupazioni dovrebbero essere diverse».
«Cioè?» fece lui, alzando leggermente la
testa.
«Cioè sua moglie se n’è andata con uno
sconosciuto, okay, ma non si conoscentri sul versante sessuale, sentimentale o
quel che è. Una non scompare così, pure con se va via con l’amante. Al massimo
va con lui in una bella stanza d’albergo con l’aria condizionata, fa quello che
deve e poi torna a casa, da suo figlio se non da suo marito. O se proprio
decide di fuggire come in una soap argentina, lascia un messaggio, telefona, lo
dice a qualcuno. Invece Carlotta se n’è andata con questo tizio, lasciandogli
guidare la sua macchina, ed è scomparsa dagli schermi radar. Il suo telefono
non è rintracciabile, non è semplicemente spento. Quindi...»
«Quindi secondo lei è stata rapita?»
concluse Marrano, quasi speranzoso.
«Se è stata rapita non è stato per
soldi. Non è una bella notizia, sa».
Di nuovo l’altro si coprì la faccia con
le mani. «Oddio... io sto qua a pensare male di lei e Carlotta potrebbe essere
nelle mani di un maniaco...»
«Un maniaco che probabilmente conosce, sì.
Veda se le viene in mente qualcosa. Senta le sue amiche, i suoi genitori, provi
ad hackerare il suo computer, usi un po’ dei suoi potenti mezzi, visto che ce
li ha. Io adesso parlo con la sua colf».
«Eh? Pensa che c’entri qualcosa? Qualche
suo connazionale o...»
Sensi fece un gesto scocciato con una
mano, invitandolo così a scomparire.
«Non si preoccupi di questo. Ci
penseremo noi a essere razzisti al suo posto. È praticamente la nostra
specialità».
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