domenica 4 ottobre 2009

Clamidia - 16

Sensi non era mai stato un appassionato degli appostamenti notturni. In effetti non era mai stato un appassionato neanche di tutte le altra attività di routine di un poliziotto, per non parlare di quelle non di routine.
Ma quella sera, in particolare, l’idea di vagare per il centro come uno stronzo dando la caccia ai mulini a vento gli era particolarmente indigesta.
L’aria era umida e afosa, il naso gli colava senza sosta e ogni volta che andava al bagno gli sembrava di pisciare lava fusa. L’ideale sarebbe stato rimanere in casa e compatirsi. O anche andare in un bar e sbronzarsi. Se non fosse stato che la birra inevitabilmente porta al bagno l’avrebbe già fatto, ma non è semplice sbronzarsi quando hai deciso di non bere più qualsiasi tipo di liquido.
Così vagava mollemente per il centro, passando da una pattuglia di sorveglianza all’altra e compiacendosi del magnifico stato d’inefficienza dei suoi uomini.
Quelli della Lince, chiaramente, si sentivano il culo più scoperto di loro, perché ovunque guardavi c’era una macchina bianca che incrociava lentamente per le strette strade.
“Ho freddo,” disse il fantasma di Hannele, quando Sensi si fermò davanti al Teatro Civico.
“Beata te,” rispose lui, distrattamente.
“Mi dispiace per la clamidia.”
“Dillo a me.”
“Eri carino.”
Sensi sospirò. “Be’, lo sono ancora, no? Sei tu quella morta.”
Hannele non sembrò ascoltarlo. “Mi ricordavi un tizio che mi piaceva. Anche lui era un po’ stronzo.”
“Fantastico,” borbottò Sensi. “Se continuiamo così scopriremo presto il punto d’origine dell’infezione.”
“Oh, no. È morto tempo fa.”
“La conversazione si fa sempre più allegra.”
Hannele rabbrividì. “Pensi che lo rivedrò?”
“E che cosa ne so, io? Magari sì,” aggiunse, poi, visto che si era accorto di essere stato brusco. “Magari troverai l’amore eterno nell’aldilà.”
L’immagine di Hannele oscillò leggermente.
Sensi inclinò la testa da un lato. “Ma forse non vuoi rincontralo, eh?”
“Non era una brava persona,” ammise Hannele, un po’ titubante.
Sensi riprese a camminare. Le strade erano quasi deserte, alle due di notte. Se non a livello climatico almeno a livello mondano l’estate era finita.
“Non sono mai brave persone, quando fanno così,” sparò a casaccio.
“L’ho capito dopo,” rispose Hannele, pensierosa. “Ma gli assomigli davvero. All’esterno. All’interno… non avete niente in comune.”
“Voglio ben sperare.”
“Guarda che lo vedo.”
“Cosa?”
Il fantasma sorrise lievemente. “Quello che hai dentro.”
Sensi si limitò a sbuffare.
“Mi dispiace per la clamidia,” ripeté il fantasma.
Facevano sempre così. Erano come dischi rotti. Sensi non si preoccupò di risponderle.
“Sembravi disperato.”
“Sembro sempre disperato. È così che convinco le sconosciute a fare sesso orale nei bagni.”
“Lo sembri ancora.”
“Te l’ho detto. Lo sembro di default.”
“Vorrei abbracciarti.”
Sensi si strinse nelle spalle. “Potresti perfino rinfrescarmi un po’.”
“Anche l’altra sera, volevo abbracciarti. Mi ricordavi Gunter.”
“Lo stronzo.”
“Sì.”
“Anche lui aveva ucciso un uomo?”
Hannele riprese a sfarfallare. “Non so. Forse. Era il tipo da averlo fatto.”
“Sembra un personaggio affascinante.”
Hannele rimase in silenzio e Sensi si limitò a osservarla con la coda dell’occhio.
Iniziava a provare una punta di curiosità sulla sua morte e quel che avrebbe voluto sapere era il nome completo di questo Gunter. Ma ovviamente coi fantasmi non funzionava così. Non potevi chiedergli qualcosa a basta. Dovevano essere loro a dirtelo.
A ben pensarci nemmeno con qualsiasi essere umano di sesso femminile funzionava così, ma qua c’era un problema in più. Sensi aveva sempre trovato che il modo migliore per spingere alle chiacchiere una donna fosse andarci a letto. Erano sforzi che si costringeva a fare per un bene più grande, ovviamente, perché Sensi, dopo il sesso, voleva solo dormicchiare o farne ancora.
In questo caso doveva tentare un altro approccio.
Passò davanti a una gioielleria e salutò distrattamente il poliziotto di guardia.
Non si poteva dire che fosse perfettamente mimetizzato, ma era anche vero che è difficile bighellonare casualmente in una strada deserta alle due di notte senza essere ubriachi davvero.
“Me ne torno a casa,” disse a Hannele.
Il poliziotto annuì, pensando che si stesse rivolgendo a lui o a un auricolare nascosto.
“Vuoi dire che non vuoi che ti segua, giusto?” rispose Hannele.
Sensi la osservò per un istante.
“Direi che una ragazza fantasma è tutto quello che posso permettermi in questo momento.”

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