Mentre aspettavano che
arrivassero la pattuglia e l’ambulanza, Sensi si accovacciò di nuovo accanto
allo stalker. «Riccardo?» lo chiamò, scuotendolo per una spalla.
L’altro emise una sorta di
lamento.
«Riccardo, sei dei nostri?».
«Oh... che cazzo...?».
«Ti sei preso una padellata in
testa».
Riccardo provò a muoversi, emise
un altro lamento e si accorse di avere le mani legate. «Che diavolo...»
«Ti ho dovuto bloccare. Hai
buttato giù una porta. Eri una furia».
«Ma... che cazzo... dov’è
Aurora?».
Sensi fece un gesto con la testa.
«Di là. Sta bene. Nessuno le ha fatto niente. Ma proprio niente di niente.
Senti, sono il commissario Ermanno Sensi, della squadra mobile. Sei in
arresto».
L’altro sbatté lentamente le
palpebre. Aveva degli occhi chiari, chiarissimi, e delle sopracciglia folte che
gli davano un’aria quasi infantile. «Sei... un poliziotto?».
Sensi annuì. «Aurora mi ha
chiamato perché le stavi facendo paura. Sta arrivando un’ambulanza. Ti daranno
un’occhiata alla testa».
«Non sono pazzo» replicò l’altro.
Sensi sorrise appena. «Questo non
lo so, ma intendevo dire che daranno un’occhiata al bernoccolo che ti ho fatto
con quella padella. Vuoi sederti?».
Riccardo fece cenno di sì. Sensi
lo aiutò a mettersi seduto, con le mani legate dietro e la schiena contro il
muro.
«È solo una puttana...» borbottò
lo stalker.
Sensi stava per spiegargli che
l’avevano provocato per vedere che cosa succedeva, ma decise di non farlo.
Magari era meglio che lui pensasse che era una puttana. Magari l’avrebbe
lasciata perdere.
Il problema con quelli come lui
era che la legge poteva fare ben poco, finché loro non facevano qualcosa di
davvero irreparabile. Le vittime perdevano sempre.
Si alzò e lo lasciò lì, in
corridoio, legato.
-
Più tardi, dovette sorbirsi anche
un decotto di betulla. Dopo tutto quello che era successo, rifiutare sembrava
inutilmente crudele.
Riccardo Manna era stato portato
via in ambulanza. Alla fine, aveva deciso che preferiva il reparto psichiatrico
a una cella.
«Pensi che lo terranno dentro per
un bel pezzo?» chiese Aurora.
Sensi si strinse nelle spalle.
«Per un bel pezzo non credo. Però vedremo di ottenere la carcerazione
preventiva. Potrebbe reiterare il reato. Oppure potrebbe finire in qualche
istituto per malati mentali. Non so. Immagino che dipenda dal suo avvocato,
quando ne avrà uno».
«Ho paura, Ermanno» disse lei,
prendendogli una mano.
Lui sorrise appena. «Be’, mi
sembra giusto. Sei senza porta».
Sorrise anche lei. «Già... adesso
chi lo sente, il padrone di casa». Tornò seria. «Ho paura davvero. Lo so che è
stupido. Riccardo l’avete arrestato e tutto, ma...».
«No, non è stupido. Lo capisco.
Se hai un’asse e qualche chiodo, posso provare a inchiodarti quella porta. Come
carpentiere faccio schifo, però».
«Potresti fermarti» disse lei.
Sensi ci pensò un attimo. Non che
il suo nobile intento si fosse volatilizzato del tutto, come aveva creduto in
un primo momento, ma si rese conto che non poteva.
«Vedi, c’è un momento aureo»
spiegò. «Quando non sei proprio sobrio, ma neanche del tutto sbronzo. Quando le
cose vengono facili ed è tutto divertente. Questo non è uno di quei momenti».
Lei scosse la testa. «Decisamente
no. Niente serata hardcore, quindi. dopo tutto».
Sensi guardò fuori dalla finestra
della cucina. Il cielo iniziava a essere grigio. Il sole porterà via la paura,
si disse. Be’, magari non proprio il sole. Erano alla Spezia.
«Lo sai, mi piace solo la musica
triste» disse, alzandosi.
Scese le scale lentamente e,
altrettanto lentamente, andò verso la sua macchina, che era ancora parcheggiata
in divieto.
Un Dio misericordioso aveva
impedito che gli facessero la multa. Quello, e il cartellino delle forze
dell’ordine.
Si mise al volante senza
accendere e tirò fuori il cellulare.
A un oceano di distanza, il telefono di Carmel era staccato.
Fine.
6 commenti:
Bello, davvero.... Peccato che abbia acuito la crisi da astinenza da Sensi, anzichè placarla.... :-D
Ohibo', dovremo rimediare...
Grazie!
Racconto decisamente troppo breve [crisi da astinenza anche qui], Carmel irraggiungibile e decotto alla betulla al posto della RedBull.
Tu vuoi male a qualcuno. Al Mondo, probabilmente. :).
Ah, e Astarotte che viene messo a cuccia senza riguardi...
Mi ti farei di cattiveria.
Noi scrittrici sexy dobbiamo essere cattive. Per difenderci.
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