Quando uscì nel corridoio quasi finì
addosso alla Riu, che stava uscendo dalla stanza attigua, da cui evidentemente
aveva seguito il colloquio.
«Non è possibile» fu la prima cosa che
gli disse.
Mentre tornavano verso gli uffici, Sensi
prese il cellulare. «Be’, magari non proprio gay, ma ai giorni nostri che cosa importa?» sorrise, mentre cercava
il numero che gli serviva. La Riu si limitò a sbuffare. «Marrano? Sono Sensi.
Lei o sua moglie avete dei contatti con qualcuno dell’AISI o dell’AISE?».
«Eh? Ma è impazzito?» rispose il figlio
del senatore, dopo un mezzo secondo di silenzio.
Sensi sospirò. «Magari. Lo prendo per un
“no”, quindi. Neppure tramite suo padre, in modo puramente formale, o...»
«No, guardi, mio padre non è in nessuna
commissione sensibile, non è proprio il tipo. Si figuri se mi venivano a cercare
i servizi segreti. Dove l’ha sentita questa?».
A Sensi continuare la conversazione non
serviva, così borbottò un “non fa niente” e attaccò.
Visto che ormai avevano raggiunto l’open
space si buttò dentro all’ufficio di Tudini. «Qualcuno svegli Mainardi. Ha
dormito abbastanza» ordinò, in tono vagamente disgustato. Come i suoi uomini
sapevano benissimo, credeva fermamente nella condivisione dell’infelicità.
Circa cinque minuti più tardi erano
tutti nella bat-caverna, l’antro oscuro in cui il commissario aveva trasformato
il suo ufficio.
«È tutto sempre più demenziale» esordì
Sensi, andandosi ad appollaiare su un angolo della propria scrivania, «il che lo
rende molto realistico, perché non c’è fine agli scompensi mentali degli esseri
umani. A quanto pare un paio di mesi fa Carlotta è stata contatta da un tizio
che le ha detto di essere dei servizi segreti. Non mi chiedete quali servizi segreti, perché al
novantanove per cento è una balla».
«Ma non al cento?» chiese Mainardi,
speranzoso. L’ispettore era il tipo di persona che sogna di finire in un
intrigo internazionale, ovviamente. Ossia che si vede nel ruolo di James Bond e
non vede l’ora di conoscere la sua prima Bond Girl.
«Il mondo è uno strano posto. Non do al
cento per cento nemmeno l’alba di domani. In ogni caso, per comodità diciamo
che è stata contattata da uno spostato che si è fatto passare per un agente
segreto. È possibile che l’abbia adocchiata su un sito per feticisti, che
ovviamente è il tipico posto in cui quelli dell’AISI vanno a cercare le minacce
alla sicurezza nazionale».
«Quindi quando l’ha avvicinata nel
parcheggio del supermercato...» disse la Riu.
«È possibile, sì. È possibile che le
abbia detto qualcosa come: signora, c’è un’emergenza, deve venire con me.
Carlotta gli lascia le chiavi della macchina e gli permette di disattivare il
cellulare. Dunque... da quando questo è successo sono passate circa quattordici
ore».
Tudini si passò una mano sulla faccia
senza dire niente, ma Sensi conosceva quell’espressione.
«Non essere pessimista, Max. Se avesse
voluto ucciderla e basta, o anche stuprarla frettolosamente, avrebbe trovato un
modo più semplice. Diamo per scontato che abbia un suo piano almeno a medio
termine. Ora però dobbiamo trovarlo». Lanciò un’occhiata circolare e seria
verso le facce stanche dei suoi sottoposti. «Dobbiamo trovarlo sul serio,
okay?».
Tudini annuì. «Vale la pena controllare
se davvero qualcuno dell’AISI ha contattato la signora Marrano?».
«Sì, fai controllare a qualcuno. A
Salvemini, magari. Potrà fare qualcosa anche lui, ogni tanto. Mainardi, lei
tornerà all’Esselunga e cercherà di scoprire qualcosa di più sul nostro amico.
Si porti la foto migliore che riusciranno a estrarre dai video e controlli
anche nei negozi attorno al supermercato. Deve essere arrivato lì in qualche
modo. Se è arrivato in macchina è probabile che l’abbia lasciata all’esterno,
nei parcheggi pubblici attorno al parco. Praticamente sotto al nostro naso».
Rispetto alla questura l’Esselunga era al lato opposto del Parco XXV Aprile, a
meno di dieci minuti a piedi. «Se è arrivato a piedi può darsi che abiti in
zona. Sarebbe ancora meglio, quindi sicuramente non sarà così. Rosanna, tu ti
occuperai di tutte le telecamere della zona. Telecamere del traffico, dei
negozi, dei bancomat se ce ne sono... cerca il nostro uomo o la macchina della
Marrano. Se trovi la macchina, seguila tramite cct meglio che puoi. Max, tu
prendi una squadra di tecnici e, basandoti sui video che abbiamo, cerchi di
trovare almeno un’impronta di questo tizio. Lo so che è difficile. Su quegli
ascensori salgono migliaia di persone ogni giorno. Ma è possibile che abbia
toccato un punto che nessun altro ha toccato e che dai filmati si riesca a
individuare. Io andrò a casa di Marrano con qualcuno della polizia postale e
esaminerò il computer della moglie».
Un Sensi così decisionista e
dirigenziale si vedeva di rado, quindi tutti e tre, chi più chi meno, gli
lanciarono delle occhiate stupite.
Il commissario sbuffò. «Muovetevi.
Domani è domenica e l’aria condizionata resterà spenta tutto il giorno. Non
vorrete essere ancora qua, vero?».
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