sabato 23 maggio 2009

Lo strano caso del pappagallo fantasma - 5

Il commissario era rientrato in questura con un pappagallo verde e rosso appollaiato su un dito.
“Il commissario Darkettoni ha trovato un nuovo amichetto,” commentò la Riu, che stava uscendo per mangiare. Mainardi si limitò a fissare Sensi con aria allucinata.
Immediatamente dopo il commissario lo chiamò.
“Mainardi?” disse, in tono distratto. “Si prenda cura di questo volatile. Lo porti da un veterinario e scopra che cosa gli hanno fatto alle ali. Poi veda di scoprire come si archiviano gli indizi ancora vivi.”
Le sopracciglia bionde di Mainardi si aggrottarono.
“Il pappagallo sarebbe un indizio, capo?”
“Non lo so. Ho sempre dei problemi a capire che cosa è un indizio e che cosa non lo è. Ma non lo potevo lasciare nell’armadio anti-panico di Agostina, non le pare?”
Mainardi annuì docilmente, anche se non aveva capito niente.
“Bene, mi faccia sapere,” concluse Sensi e fece dietro-front come se arrivare in questura, lasciare un pappagallo ed andarsene di nuovo fosse la cosa più naturale del mondo.
Mainardi, a cui il volatile aveva già piantato soddisfatto gli artigli nella mano, rimase lì a guardare la sua schiena in veloce allontanamento, completamente senza parole.

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