domenica 2 agosto 2015

Nodi (7)

Quando uscì nel corridoio quasi finì addosso alla Riu, che stava uscendo dalla stanza attigua, da cui evidentemente aveva seguito il colloquio.
«Non è possibile» fu la prima cosa che gli disse.
Mentre tornavano verso gli uffici, Sensi prese il cellulare. «Be’, magari non proprio gay, ma ai giorni nostri che cosa importa?» sorrise, mentre cercava il numero che gli serviva. La Riu si limitò a sbuffare. «Marrano? Sono Sensi. Lei o sua moglie avete dei contatti con qualcuno dell’AISI o dell’AISE?».
«Eh? Ma è impazzito?» rispose il figlio del senatore, dopo un mezzo secondo di silenzio.
Sensi sospirò. «Magari. Lo prendo per un “no”, quindi. Neppure tramite suo padre, in modo puramente formale, o...»
«No, guardi, mio padre non è in nessuna commissione sensibile, non è proprio il tipo. Si figuri se mi venivano a cercare i servizi segreti. Dove l’ha sentita questa?».
A Sensi continuare la conversazione non serviva, così borbottò un “non fa niente” e attaccò.
Visto che ormai avevano raggiunto l’open space si buttò dentro all’ufficio di Tudini. «Qualcuno svegli Mainardi. Ha dormito abbastanza» ordinò, in tono vagamente disgustato. Come i suoi uomini sapevano benissimo, credeva fermamente nella condivisione dell’infelicità.
Circa cinque minuti più tardi erano tutti nella bat-caverna, l’antro oscuro in cui il commissario aveva trasformato il suo ufficio.
«È tutto sempre più demenziale» esordì Sensi, andandosi ad appollaiare su un angolo della propria scrivania, «il che lo rende molto realistico, perché non c’è fine agli scompensi mentali degli esseri umani. A quanto pare un paio di mesi fa Carlotta è stata contatta da un tizio che le ha detto di essere dei servizi segreti. Non mi chiedete quali servizi segreti, perché al novantanove per cento è una balla».
«Ma non al cento?» chiese Mainardi, speranzoso. L’ispettore era il tipo di persona che sogna di finire in un intrigo internazionale, ovviamente. Ossia che si vede nel ruolo di James Bond e non vede l’ora di conoscere la sua prima Bond Girl.
«Il mondo è uno strano posto. Non do al cento per cento nemmeno l’alba di domani. In ogni caso, per comodità diciamo che è stata contattata da uno spostato che si è fatto passare per un agente segreto. È possibile che l’abbia adocchiata su un sito per feticisti, che ovviamente è il tipico posto in cui quelli dell’AISI vanno a cercare le minacce alla sicurezza nazionale».
«Quindi quando l’ha avvicinata nel parcheggio del supermercato...» disse la Riu.
«È possibile, sì. È possibile che le abbia detto qualcosa come: signora, c’è un’emergenza, deve venire con me. Carlotta gli lascia le chiavi della macchina e gli permette di disattivare il cellulare. Dunque... da quando questo è successo sono passate circa quattordici ore».
Tudini si passò una mano sulla faccia senza dire niente, ma Sensi conosceva quell’espressione.
«Non essere pessimista, Max. Se avesse voluto ucciderla e basta, o anche stuprarla frettolosamente, avrebbe trovato un modo più semplice. Diamo per scontato che abbia un suo piano almeno a medio termine. Ora però dobbiamo trovarlo». Lanciò un’occhiata circolare e seria verso le facce stanche dei suoi sottoposti. «Dobbiamo trovarlo sul serio, okay?».
Tudini annuì. «Vale la pena controllare se davvero qualcuno dell’AISI ha contattato la signora Marrano?».
«Sì, fai controllare a qualcuno. A Salvemini, magari. Potrà fare qualcosa anche lui, ogni tanto. Mainardi, lei tornerà all’Esselunga e cercherà di scoprire qualcosa di più sul nostro amico. Si porti la foto migliore che riusciranno a estrarre dai video e controlli anche nei negozi attorno al supermercato. Deve essere arrivato lì in qualche modo. Se è arrivato in macchina è probabile che l’abbia lasciata all’esterno, nei parcheggi pubblici attorno al parco. Praticamente sotto al nostro naso». Rispetto alla questura l’Esselunga era al lato opposto del Parco XXV Aprile, a meno di dieci minuti a piedi. «Se è arrivato a piedi può darsi che abiti in zona. Sarebbe ancora meglio, quindi sicuramente non sarà così. Rosanna, tu ti occuperai di tutte le telecamere della zona. Telecamere del traffico, dei negozi, dei bancomat se ce ne sono... cerca il nostro uomo o la macchina della Marrano. Se trovi la macchina, seguila tramite cct meglio che puoi. Max, tu prendi una squadra di tecnici e, basandoti sui video che abbiamo, cerchi di trovare almeno un’impronta di questo tizio. Lo so che è difficile. Su quegli ascensori salgono migliaia di persone ogni giorno. Ma è possibile che abbia toccato un punto che nessun altro ha toccato e che dai filmati si riesca a individuare. Io andrò a casa di Marrano con qualcuno della polizia postale e esaminerò il computer della moglie».
Un Sensi così decisionista e dirigenziale si vedeva di rado, quindi tutti e tre, chi più chi meno, gli lanciarono delle occhiate stupite.
Il commissario sbuffò. «Muovetevi. Domani è domenica e l’aria condizionata resterà spenta tutto il giorno. Non vorrete essere ancora qua, vero?».

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