giovedì 6 agosto 2015

Nodi (11)

Dal balconcino della Riu si vedeva mezza città e uno spicchio di mare. Il cielo era scuro e basso, in quella sera di agosto, l’aria immobile, tropicale, pregna di umidità. Sensi se ne stava seduto a petto nudo, con la schiena reclinata e i piedi appoggiati sulla ringhiera, un bicchiere di spremuta di arancia completamente biologica in mano e lo sguardo perso davanti a sé.
Accanto a lui, sull’altra sedia, l’ispettrice aveva appena finito di bere e aveva posato il bicchiere per terra, segno che era davvero rilassata o troppo accaldata persino per assecondare il suo bisogno di ordine. Aveva le gambe nude stese di fronte e incrociate alla caviglia, degli slip e una canottiera lunga, bianca, che a Sensi faceva venir voglia di succhiarle le tette.
«È stata una giornata pesante» disse lei, stiracchiandosi.
«Ma istruttiva. Di’, non vorrai andare a letto?».
«Non ancora. Secondo me piove».
Sensi sorrise appena. «Inizierà a piovere non appena andiamo a dormire. No, anzi, non appena ci addormentiamo. Senti, mi sono perso al centoquarantesimo ripensamento della Marrano: l’ha denunciato oppure no?».
«Sì. Be’, tecnicamente è un reato».
«Fingersi un agente dei servizi segreti e chiudersi per sedici ore in un appartamento rovente a fare le porcherie? Alcuni lo definirebbero gioco di ruolo».
«A quanto pare Marrano preferisce definirlo rapimento».
Sensi si decise a bere un sorso della spremuta, ovviamente senza zucchero, e fece una smorfia. «Sei un po’ sado-maso anche tu, eh? Nemmeno quello di canna?».
La Riu gli rivolse un sorriso dolce. «Così senti il sapore della frutta».
«Mi fa cagare, il sapore della frutta».
«Puoi sempre alzarti e andare a zuccherartelo».
Lui sospirò e scosse la testa. «Non c’è nemmeno fresco».
«Vai a San Benedetto, allora. Nessuno ti trattiene».
«Mi trattiene il mio ultimo brandello di autostima».
«E la pigrizia».
Sensi sorrise appena. «Ma no. Non è così faticoso, legare una donna. Pericoloso sì, ma faticoso non direi».
«Era una specie di metafora?».
«Mh? No, che ne so? È caldo, sono stanco, non ho la forza di scopare, figurati se ho la forza di declamare metafore. No, intendevo a livello pratico. Fai un nodo troppo stretto e magari le blocchi una vena. E poi non mi interessa legare nessuno».
«Questa era una metafora».
Lui sbuffò. «Okay, questa era una metafora. Rosa, non ho capito perché stasera hai deciso di darmi il tormento. Davvero, cercavo solo un posto in cui dormire. Se non mi vuoi lo dici e alzo le chiappe. Non l’ho sempre fatto?».
«Mi sembra il minimo».
«Bene. Qual è il problema, quindi? Non dirmi che sei irritata per la tizia di San Benedetto».
L’ispettrice rise. «Se mi irritassi ogni volta che vai a letto con qualcuno sarei irritata il novanta percento del tempo».
«Odio ricordarti che è esattamente così».
Lei gli diede una spinta, facendogli quasi perdere l’equilibrio.
«Ma il dieci percento restante sei assolutamente adorabile» cercò di rimediare Sensi.
«Sono stanca. Ho caldo. Non capisco le persone. Tu pensi che lei ci abbia creduto davvero? Alla storia dell’agente segreto? Che dovevano nascondersi per una minaccia non meglio precisata? E come si concilia con il finire nuda e con una palla in bocca?».
«Dimentichi il bustino».
La Riu sospirò. «Credo che non lo dimenticherò mai più. Ma comunque...»
«Non importa se lei ci credeva, sai. L’importante è che ci creda lui» sorrise Sensi.
«Ma per favore. Tu ci crederesti?».
Sensi ci pensò per qualche secondo. «Cerco di credere a un sacco di cose».
«Oh, ti prego. Non cominciare con le pose da tormentato».
Lui ridacchiò. «Be’, ma a me non importerebbe. Non mi importa, anzi. La gelosia è un sentimento inutile».
«No, no. Non raccontarti palle. Non sei geloso perché non ti importa, non il contrario».
Sensi si strinse nelle spalle, leggermente irritato. «Bene, okay, anche. Da quale pulpito, eh? Mi dici che cosa vuoi da me?».
L’ispettrice ci pensò sul serio. Era irritata, questo era vero, ma non riusciva a mettere a fuoco il motivo.
Alla fine gli prese la spremuta dalle mani e ne bevve un sorso. Era buona, non capiva proprio come a Sensi potesse non piacere.
«Non voglio che vieni a dormire qua».
Lui gonfiò le guance, per poi lasciar uscire lentamente l’aria. «Okay... adesso me ne vado».
«No, non hai capito. Puoi fermarti a dormire, ma non voglio che tu venga qua per dormire. Hai un appartamento, usalo».
Sensi inarcò un sopracciglio, perplesso. «Cioè? Devo pagare il pernottamento in natura? È pure un po’ offensivo, sai».   
Lei rise. «Al massimo è lusinghiero».
Sensi cercò di restare serio, ma alla fine fu costretto a nascondere una risata dietro a un colpo di tosse.
«Voglio dire...» aggiunse l’ispettrice, in tono più morbido, «...lo sai come sei fatto. Leghi le persone a te con una specie di ragnatela invisibile. Non lo fai apposta, non dico che sia colpa tua. Suppongo che te l’abbiano già detto».
Lui la guardò per qualche istante, pensieroso. Una goccia d’acqua gli cadde sulla fronte.
Salvato in corner, pensò. E disse: «Piove».
Poi si alzò in piedi e sollevò la faccia verso il cielo. «Piove davvero».
Per un istante sembrò che la Riu non volesse far cadere l’argomento. Che volesse, in pratica, rimproverargli quello che gli aveva sempre rimproverato anche Carmel: di portare le persone nel suo mondo e poi lasciarle lì, da sole. Sensi poteva tranquillamente fare a meno di quella conversazione, tanto più che l’ispettrice non era Carmel e non si sarebbe lasciata portare da nessuna parte.   
«Già. Piove. È incredibile» disse lei, alla fine, alzandosi a sua volta.
La pioggia crebbe d’intensità, mentre tutto attorno si levava il rombo cupo degli scrosci notturni. Gocce pesanti e fresche, ognuna grossa come una biglia.
L’ispettrice sollevò il viso verso il cielo, lasciando che il diluvio improvviso la zuppasse. Sensi aprì la bocca e sentì l’acqua che gli rimbalzava sul palato. 
Rise e, dopo un istante, rise anche Rosanna.

7 commenti:

Stefano ha detto...

Bello. Bello. Bello.
Grazie, Susanna.

Susanna Raule ha detto...

Felice che ti sia piaciuto!

Antar ha detto...

Azz', mi ero perso il nuovo racconto!
Mi metto subito in pari [a meno che non sia prevista un'edizione in e-book / e-pub a breve].

Antar ha detto...

...vedo anche che è già pronto nell'apposita pagina.
Scaricato e pronto per essere letto.

Massimo ha detto...

Cara Susanna,
è dal 6 di agosto che stiamo all'asciutto!
Quando ci regalerai qualcosa di nuovo da leggere?
Un bacio,
Massimo

Susanna Raule ha detto...

Sto scrivendo il nuovo libro.

Antar ha detto...

:)))
...Sensi?