venerdì 25 settembre 2009

Clamidia - 2

Visto che la diffusione del contagio in questura andava a rilento, verso le due e mezza Sensi decise di tornare a casa. Stava per uscire quando uno sfarfallio nell’aria vicino a una sedia gli fece strizzare gli occhi e dare una seconda occhiata.

Hannele era in piedi accanto alla scrivania, non perfettamente a fuoco ma riconoscibile.

Sensi la guardò in silenzio per qualche istante, chiedendosi se avrebbe parlato.

“Wo bin Ich?” mormorò lei, guardandosi attorno con aria smarrita.

“Back in my fuckin’ life,” rispose Sensi, digrignando i denti. Subito dopo starnutì.

Hannele inclinò la testa da un lato (lieve sfarfallio), come se avesse sentito il rumore dello starnuto, ma non fosse certa di riuscire a individuarne la fonte.

Sensi sventolò una mano. “I’m here, Hannele.”

Sentire il suo nome parve esserle d’aiuto. Fece un passo avanti, titubante. I suoi contorni si fecero prima più sfuocati e poi sembrarono diventare più netti.

“Ermanno?” chiese, nella sua stupita voce gutturale.

Sensi sospirò e si passò una mano tra i capelli. “Non credo che ti abbia ammazzata la clamidia,” disse, in inglese, “quindi probabilmente ti ha fatta fuori o una persona o un incidente. Ti dice qualcosa?”

“Killed?” ripeté Hannele, stupita. “I’m not…”

Sensi si domandò oziosamente se tirarle qualcosa l’avrebbe fatta andare via. Probabilmente sì. Per un po’.

Poi, però, sarebbe tornata e un fantasma incazzato sarebbe stato ancora più sgradevole di un fantasma confuso e infelice. Perché, ovviamente, Hannele era un fantasma.

Non era precisamnete il primo che Sensi avesse mai visto. I fantasmi erano creature per lo più stupide, ma arrivavano almeno a comprendere che palesarsi a qualcuno che non li vedeva era tempo perso.

“È ovvio che sei morta,” spiegò, non proprio diplomaticamente. “È per questo che adesso fluttui nel mio ufficio. Probabilmente sei morta di morte violenta, è sempre così. Quando ti ricorderai com’è successo fammi un fischio e vedrò se posso fare qualcosa per farti proseguire il viaggio.”

“Ma io non voglio proseguire niente,” si lamentò la tedesca fantasma. “Io voglio essere viva!”

“E io vorrei che non mi avessi attaccato la clamidia – per non parlare del raffreddore – ma ormai è già successo. Il passato non è contrattabile.” Si soffiò il naso. “Per quel che ne so io,” aggiunse. “Forse potresti comparire a un famoso occultista,” provò a suggerire, speranzoso.

“Non ho la clamidia,” fu tutto quello che rispose Hannele.

“Sì, invece. Non ti sembrava di avere la gola in fiamme? È quello che succede a spompin-“

“Ho solo il mal di gola! Be’, lo avevo.”

Sensi sospirò. “Non stiamo facendo passi avanti. Ritorna quando ti sarai ricordata di come sei morta… se proprio ne senti il bisogno.”

Hannele sembrò accigliarsi, in quel modo vago in cui si accigliano i fantasmi, ma Sensi era già uscito dall’ufficio, chiudendosi la porta dietro.

“Giornata di merda,” borbottò, dirigendosi verso l’ascensore.

2 commenti:

Luca Bonisoli ha detto...

Eheheheeh...
fantastico il Commissario-medium che rampogna perchè considera il fantasma una solenne rottura di scatole...

Susanna Raule ha detto...

eh, sì, Sensiè una personacina sensibile, lo sanno tutti...