sabato 18 luglio 2009

L'appartamento di sopra - 6

Qualcuno le stava infilando una maglietta. Chiara aprì leggermente gli occhi e scoprì che la luce le faceva scoppiare la testa dal dolore. A scopo precauzionale li richiuse.
“Aiutami con le gambe, ok?” la raggiunse la voce di Ermanno.
Chiara si limitò a gemere.
“Mi dispiace averti mandata nel mondo dei sogni, tesoro, ma dovevo proprio salire e non potevo lasciarti qua in preda a una crisi isterica.”
Ermanno la sollevò prendendola sotto le ascelle e le tirò su i pantaloni con l’altra mano. Poi la riappoggiò sulla sedia.
Chiara provò di nuovo ad aprire gli occhi. Questa volta riuscì a guardare il mondo da una fessura.
Il pavimento sembrava pulito, del sale che l’altro aveva versato poco prima non c’era più traccia.
“Ti prendo un po’ d’acqua,” disse lui. Si voltò verso il lavandino, riempì un bicchiere e lo posò sul tavolo davanti a lei.
Si sedette sull’altra sedia e la guardò in silenzio per qualche secondo con i suoi occhietti grigi e pensosi.
“Come ti senti?” chiese, in tono gentile.
“Che cosa è successo?” replicò lei, leccandosi le labbra screpolate. Sensi spinse il bicchiere verso di lei.
“Abbiamo un problemino, al piano di sopra. Uno dei due finocchi è morto, l’altro… scusa, questa dev’essere l’ambulanza.”
Dalla strada, in effetti, proveniva il suono lancinante di una sirena spiegata.
Sensi aprì la finestra e fece dei segni verso il basso. “All’ultimo piano!” gridò. Poi tornò a sedersi al tavolo.
“Tra poco qua ci saranno più sbirri che cavallette durante le piaghe d’Egitto,” disse.
“Chi… chi è morto?” chiese lei.
“Quello moro, non so il nome.”
Chiara ricominciò a piangere. “Paolo,” disse.
“Ok, Paolo è morto. È successo stanotte. Temo che dovranno dare un’occhiata alla tua camera da letto.”
“Ma come? Perché? Che cosa… chi è stato?”
Sensi si strinse nelle spalle. “Non ne ho idea,”rispose.
Chiara socchiuse gli occhi, sospettosa. “Perché hai fatto un cerchio col sale, prima?” domandò. E visto che l’altro non rispondeva aggiunse: “Perché i tuoi occhi sono diventati rossi?”
Sensi la guardò in silenzio per alcuni secondi, poi si alzò e si diresse verso la porta.
“Devo tornare di sopra,”disse.

3 commenti:

Antar ha detto...

Addirittura due.
Grazie.

Spero sarà una storia lunga, che me la sto gustando.
E che magari si scopra anche qualcosa in più sulla vera natura di Sensi.

...a proposito di brutte dipendenze: a questo giro ancora nemmeno una Redbull, vedo.

Susanna Raule ha detto...

Eh, sì, il mondo è un luogo crudele, e la red bull non la vendono ovunque. :)

sì, è abbastanza lungo.

paolo raffaelli ha detto...

Ci piace, si.