giovedì 11 giugno 2009

Una linea d'ombra 9

Mainardi e Tudini guardavano il cadavere con una certa stanchezza. Non era uno degli esemplari più raccapriccianti che gli fossero capitati nelle loro carriere di diversa durata, ma comunque un cadavere non è mai uno spettacolo particolarmente piacevole.
Se è il cadavere di una persona che hai già visto da viva, poi, è uno spettacolo vagamente deprimente. Be’, a meno che non si tratti del banchiere che ti ha negato un prestito, è ovvio.
Quando c’è un cadavere nella stanza, tutto il resto sembra scomparire, motivo per cui gli arredatori non consigliano mai di metterne uno in soggiorno. E questa, meditava Mainardi, che aveva da poco comprato una casa con un mutuo ventennale, era una delle poche cose che un arredatore poteva fare a favore dell’estetica di un appartamento.
Fu risvegliato dai suoi pensieri dai passi pesanti di qualcuno sulle scale.
Un istante dopo il commissario entrò dalla porta aperta, salutato dai benvenuti svogliati dei due agenti di piantone.
Mainardi e Tudini si voltarono per accoglierlo.
“Penso che abbiamo un problema, capo,” disse Mainardi, indicando il cadavere.
Anche Sensi lo guardò. Per qualche secondo osservò il cadavere di Erica Buscetta steso sul pavimento, con la testa in una pozza di sangue ormai secco, senza dire una parola.
Poi Mainardi lo vide diventare all’improvviso di un colorito verdastro, e Sensi, sempre senza parlare, corse verso una porta chiusa e si infilò nel bagno.
Tudini e Mainardi lo sentirono vomitare per cinque minuti buoni.
“Che cosa…?” borbottò Tudini, che aveva visto il commissario scherzare e fare battutacce con le mani infilate nella cavità toracica di un cadavere abbondantemente putrefatto.
Mainardi guardò il corpo della Buscetta e la porta del bagno da cui continuava a provenire un inconfondibile rumore di conati, e fece la prima deduzione della sua carriera investigativa.

2 commenti:

paolo raffaelli ha detto...

Noooooo! La Buscetta nooooooo!

crudele. Sigh.

Susanna Raule ha detto...

eh, sì.
l'hai scoperto adesso che noi scribacchini siamo perfidi?