martedì 2 giugno 2009

Una linea d'ombra - 1

“Ti dico che è lui!”
“Nah, è troppo magro…”
Ermanno Sensi voltò lentamente lo sguardo verso la fonte dello strano scambio di battute. Era mattina fottutamente presto (le dieci), aveva avuto un tête à tête con il questore Salvemini che non era stato propriamente consensuale e ora stava cercando di riprendersi nel piccolo bar dietro la questura, che era freddo come una tomba e non aveva Red Bull. Sorseggiava la sua Burn, che gli era stata servita surrettiziamente in bicchiere, con gli occhiali da saldatore sugli occhi, e tutto quello che voleva era tornare nel suo letto.
“È quello del serial killer, sono sicura!” stava dicendo una delle due ragazzine all’altra, non esattamente sussurrando.
Sensi si prese un po’ di tempo per analizzare la situazione. Per prima cosa non erano proprio ‘ragazzine’. Potevano essere sulla ventina, anche se con le adolescenti, ormai, non si poteva mai dire; iniziavano a portare il Wonderbra a sette anni e da lì in poi era tutto un casino.
Una bionda e una mora, come le tizie di Striscia la Notizia, il loro fisico da velina non era impeccabile, ma l’abbigliamento era praticamente perfetto: stivali alti, pantaloncini minimali, giacchette decisamente inadatte alla stagione. Fuori stava per nevicare e anche dentro ci mancava molto poco.
“Scusi, lei non è quel poliziotto che ha arrestato il serial killer?” si decise a farsi avanti la bionda. Sembrava una Barbie compressa in un metro e mezzo di statura.
Sensi si sollevò gli occhiali sulla fronte.
“Già,” disse. Quella faccenda era finita su tutti i giornali, procurandogli grane a non finire, ma in fondo, non c’era motivo di non approfittarne, prima che la città si dimenticasse di lui.
“Oh, hai visto, scema? Avevo ragione!”
Sensi si limitò a sorridere fissamente, solo con la bocca. Si domandò oziosamente se anche i bagni di quel posto fossero così fottutamente freddi. Non che avesse una reale importanza: quelle due erano spezzine, e le spezzine avevano un talento speciale per promettertela e non dartela all’ultimissimo minuto.
“Guarda che mi puoi dare del tu,” disse Sensi, in tono da rimorchio standard.
Le due risero emisero delle risatine chiocce. “Sul giornale sembravi più grosso,” disse la mora, che sembrava una Tanya compressa in un metro e mezzo di statura.
“Non vuoi riformulare questa affermazione in modo da lasciar fuori la parola ‘grosso’? Non sono completamente padrone delle battute che potrei fare.”
Le due risero ancora. Di quel passo ci sarebbero voluti millenni a farsi dare un due di picche. Sensi si chiese oziosamente se inserire tra le loro risatine una frase casuale su un terzetto fosse prematuro.
“È solo che nei telefilm i poliziotti sono sempre…” iniziò la bionda “…vasti,” concluse, con un’altra risatina.
“Molto meglio. Con ‘vasti’ non me ne viene quasi nessuna. Non una che sia adeguatamente volgare, comunque. Pensavo… ho ancora, diciamo, una mezz’ora di pausa e…”
Il suo telefono, lasciato avventatamente acceso nella tasca del giubbotto, iniziò a vibrare e ad emettere una musichetta sincopata e inquietante.
“Che cos’è? Vasco Rossi?” chiese la mora.
Sensi la guardò con genuino orrore. Le rivolse un sorrisetto tirato e rispose. Forse era stato salvato, dopo tutto.
“Sì?”
“Ermanno, devi tornare subito, dove sei?” gli disse Tudini, in tono agitato.
“Se Salvemini vuole il bis sarà meglio che si metta comodo, perché tu non mi hai trovato.”
“No, Ermanno, abbiamo un caso di stupro.”
“Sapevo che Salvemini nascondeva qualcosa.”
“Non è stato-“
“Non ti preoccupare, Max, non dirò una parola ai giornalisti.”
“Ermanno!”
Sensi sbuffò. “Sto arrivando. Tanto, probabilmente, qua i bagni sono una ghiacciaia.” Richiuse il cellulare e lanciò un’occhiata penetrante alle due aspiranti veline.
“Dovremo rimandare quel terzetto,” le informò, rinforcando gli occhiali e lasciando un cinquino sul bancone.
“Eh?” disse la prima.
“Cooosa?” disse la seconda.
“Lo so, è un mondo ingiusto e crudele,” si accomiatò Sensi, salutandole da sopra la spalla.
Era sempre bello avere conferme dei propri pregiudizi.

5 commenti:

paolo raffaelli ha detto...

Hai ragione, sensi è un figo, sempre! :)

Susanna Raule ha detto...

perché, c'è un momento in cui NON HO ragione-

Armaduk ha detto...

Questa farò finta non averla letta.

Susanna Raule ha detto...

per essere più assertiva mi sono anche dimenticata il punto intterrogativo :)

paolo raffaelli ha detto...

Che donna! ;)