mercoledì 27 maggio 2009

Lo strano caso del pappagallo fantasma - 13

Erano passati una decina di giorni quando la quiete di Sensi fu disturbata da qualcuno che entrava nel suo ufficio. Per un attimo continuò a controllare che il download della discografia completa dei Sol Invictus stesse procedendo senza intoppi, poi alzò lo sguardo.
Come temeva, era l’ispettrice Riu, una massa solida di cipiglio, abbronzatura ed efficienza.
“Volevo solo dirle che il folle ha colpito ancora,” disse, piazzandosi sull’attenti vicino alla porta. “Nel caso che tornasse a lamentarsi.”
Sensi meditò brevemente sulla possibilità di dirle che Dagoberti, la volta precedente, non era venuto a lamentarsi, ma la scartò immediatamente.
“Ah sì?” disse, invece, in tono vago.
“Esatto, signore. Adesso ha nientemeno che un pappagallo. Una piccola bestia rumorosa che starnazza – o forse dovrei dire “parla” – tutto il giorno e vola defecando qua e là.”
Sensi soppresse diligentemente un sorriso. “Mi rendo conto,” disse.
“Lei non immagina quanto rumore riesca a produrre la sua piccola ugola.”
Sensi annuì con aria fatalista.
“Se continua così sarò costretta a sparargli,” concluse la Riu, risentita.
“Al pappagallo?”
L’altra sembrò turbata. “Al vicino,” specificò.

Fine.

2 commenti:

Luca Bonisoli ha detto...

Ho finito adesso di leggere il racconto.
Divertente! ^__^

Susanna Raule ha detto...

tra un po' ne arriva un altro.
ma deprimente, mi sa.